L’ultimo femminicidio in ordine di tempo è stato compiuto a Vignola, in provincia di Modena, due giorni fa. Anna Malmusi, 88 anni, è stata uccisa in casa da uno dei suoi figli. Sono 86 le donne uccise dall’inizio dell’anno dalla violenza maschile (di mariti, compagni, oppure ex, padri, figli, amici). L’anno scorso erano stati 123 i femminicidi in Italia. Cambiare la cultura patriarcale che genera la violenza maschile sulle donne è la leva fondamentale per tentare di cancellare il femminicidio dal nostro orizzonte individuale e sociale. La violenza maschile contro le donne è anche quella delle molestie, dei soprusi, degli stereotipi ossessivamente alimentati da quella cultura. In parlamento si sta discutendo di diversi progetti di legge che vanno sotto il titolo del “contrasto della violenza sulle donne”. Quali sono queste norme? In che direzione vanno? Dove bisogna ancora intervenire in un paese come l’Italia? E poi: la sola risposta “normativa” è sufficiente a fermare i femminicidi, la violenza maschile contro le donne? Ospite a Pubblica Elena Biaggiotti, avvocata, vicepresidente di D.i.Re. (Donne in Rete contro la violenza), un’associazione che rappresenta 87 associazioni di donne che gestiscono 106 Centri anti-violenza e 62 Case Rifugio che operano a livello locale in tutta Italia.
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