Gabriel Zucman

«La questione fiscale è senza dubbio la questione democratica più importante». Gabriel Zucman, economista e docente a Berkley, è stato ospite oggi a Pubblica. L’economista francese, allievo di Thomas Piketty, ha diversi anni di ricerca sui sistemi fiscali e i danni prodotti dall’evasione fiscale, prima fra tutti la disuguaglianza. Zucman è ritenuto uno dei più promettenti economisti al mondo, è stato premiato con la “John Bates Clark Medal”, uno dei maggiori riconoscimenti internazionali dopo il Nobel. È direttore dell’Osservatorio fiscale europeo che ha appena presentato il suo primo rapporto “Global Tax Evasion”. L’evasione fiscale non è una legge di natura, tutto dipende dalle politiche scelte dai governi. E’ la tesi “politica” che sorregge l’intera ricerca dell’Osservatorio. Tra le raccomandazioni contenute nel rapporto, l’introduzione di due imposte minime a livello mondiale: una del 2% sugli individui che hanno consistenti patrimoni, l’altra del 25% sulle grandi imprese multinazionali. Entrambe potrebbero generare circa 500 miliardi di dollari di gettito fiscale aggiuntivo. «E’ la somma, secondo le migliori stime disponibili, di cui i paesi in via di sviluppo hanno bisogno per combattere il cambiamento climatico», ha detto a Pubblica il professor Guzman. Ospite oggi anche Salvatore Morelli, economista dell’università di Roma Tre e del Forum D&D, che ha dato una lettura approfondita del rapporto e delle considerazioni di Guzman.

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Ida Dominijanni

«L’unica posizione possibile da assumere è quella di opporsi radicalmente al salto di violenza che l’una e l’altra parte stanno perpetrando». Ida Dominijanni, giornalista e scrittrice, lo ha scritto qualche giorno fa durante i bombardamenti dell’esercito israeliano sui civili palestinesi a Gaza, oltre 10 mila i morti. E dopo il massacro del 7 ottobre scorso, compiuto dai miliziani di Hamas nei kibbutz e nei villaggi del sud di Israele: 1400 morti e oltre 200 ostaggi catturati. Perchè parlare di un “salto di violenza”? «Siamo in presenza di una politica dell’orrore di massa che uccide il proprio futuro», risponde Dominijanni a Pubblica. Ma il “salto di violenza” è anche quello che oggi punta ad annichilire le “cause” oltre ai popoli che le sostengono. Cancellare la “causa palestinese” che contiene un’idea di emancipazione da una soggezione. Cancellare l’idea, l’aspirazione e non solo il suo popolo. Così come cancellare la “causa israeliana”, la rivendicazione del diritto ad esistere, e ad esistere in sicurezza, dello stato di Israele. La “causa”, lo scopo, l’obiettivo. Non solo il suo popolo. Cosa ne pensa Ida Dominijanni?
«Non so quanto sia intenzionale, certamente l’effetto di ciò che dici è che si cancellano due buone cause[…]».

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Rosita Di Pieri e Clara Mattei

La questione palestinese, prima del 7 ottobre 2023. E’ passato un mese dall’attacco terroristico senza precedenti di Hamas contro Israele, con il massacro di circa 1400 persone e la presa di oltre 200 ostaggi. Un mese durante il quale l’aviazione militare israeliana a caccia di leader di Hamas ha lasciato cadere i propri ordigni su migliaia di civili palestinesi: sono oltre diecimila le vittime. Perchè la questione palestinese era finita in un cono d’ombra prima del 7 ottobre? E ora che è tragicamente tornata ad essere illuminata dalle stragi in corso è ancora un collante per i paesi del Medio Oriente? Che conseguenze avrà questa guerra sui paesi più vicini al territorio israelo-palestinese, penso a Libano, Giordania ed Egitto? Pubblica oggi ha ospitato Rosita Di Pieri dell’università di Torino, docente di politica, istituzioni e culture del Medio Oriente. Ospite oggi a Pubblica anche l’economista Clara Mattei, della New School for Social Research di New York che ci ha parlato del suo nuovo libro “L’economia è politica” (Fuoriscena Editore, 2023).

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Adriano Prosperi

“Stiamo vivendo un momento di oscurità e di smarrimento. Come spettatori sgomenti”. Le parole di un grande giornalista francese come Edwy Plenel (già direttore di Le Monde, fondatore di Mediapart.fr) sono l’inizio della conversazione di oggi sulla guerra a Gaza. Ospite lo storico Adriano Prosperi, professore emerito di storia moderna alla Scuola Normale Superiore di Pisa e accademico dei Lincei. «Scopriamo che il mondo che è stato costruito dopo la seconda guerra mondiale non ha risolto diverse questioni», dice il professor Prosperi. «Il mondo non ha risolto il problema fondamentale – prosegue lo storico – della gestione della parte umana del potere, dell’ingiustizia che anima parte delle nostre passioni, desideri. E dell’oscurità che annebbia le nostre intelligenze. Il tentativo di agire, di partecipare, prende la via di scelte ideologiche, di grida, di prese di posizione ininfluenti come tali e, tuttavia, parti anch’esse della negatività del presente».

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Mariana Mazzucato

“Il grande imbroglio. Come le società di consulenza indeboliscono le imprese, infantilizzano i governi e distorcono l’economia”. E’ il titolo dell’ultimo libro dell’economista Mariana Mazzucato, professoressa allo University College di Londra (UCL), direttrice e fondatrice dell’“Institute for Innovation and Public Purpose” presso UCL. Il libro (pubblicato da Laterza) è stato scritto insieme all’economista Rosy Collington (UCL). Le società di consulenza (da McKinsey a Kpmg, da PWC a Bain e a tante altre) nel corso degli anni hanno modificato il loro ruolo, soprattutto nei rapporti con i governi. In passato – racconta Mazzucato a Pubblica – i consulenti lavoravano “a lato”. Oggi sono posizionati “al centro”. Perchè è avvenuto? «I governi negli ultimi cinquant’anni – sostiene Mazzucato – hanno smesso di investire nelle proprie capacità, per questa ragione ricorrono alle società di consulenza. Ma ciò innesca un circolo vizioso: il ricorso alle consulenze svuota ancora di più le capacità dei governi». La professoressa Mazzucato racconta il caso italiano di cui lei stessa è stata una dei protagonisti. Nella primavera del 2020, in piena pandemia, il governo Conte insediò la commissione Colao che doveva studiare politiche per l’uscita dalla crisi Covid. Mazzucato ne faceva parte. «Era incredibile – rivela a Pubblica – quante persone di McKinsey c’erano nella stanza. Io non firmai il report finale proprio per quello. Mi sembrava stranissimo che noi eravamo una quindicina di esperti e che c’erano altrettante persone di McKinsey». E’ compatibile con la democrazia un sistema dove le società di consulenza crescono di importanza ed influenza e i governi diventano sempre più deboli? «Noi – conclude Mazzucato – parliamo di come questo sistema distorca l’economia e la democrazia, anche perché ci sono enormi conflitti di interesse».

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Marco Aime e Renzo Guolo

«Assistere a quell’odio dimostrato da ambo le parti è una cosa terribile che non mi fa dormire». Le parole di Liliana Segre, senatrice a vita e sopravvissuta allo sterminio di Auschwitz, sembrano riassumere la condizione dei tanti che nei giorni dell’assedio israeliano su Gaza, dopo l’attacco di Hamas contro Israele, si rifiutano di partecipare allo scontro tra verità irriducibili. Secondo l’antropologo Marco Aime, ospite di Pubblica, lo scontro è la “riconferma dei danni terribili del nazionalismo”, quando rinchiude l’individuo identificandolo con uno stato o un governo. Qual è la natura del conflitto in corso in medioriente? Quale comunità internazionale oggi è in grado di prendere per mano la risoluzione del conflitto Hamas-Israele? A queste domande ha risposto il sociologo delle culture e delle religioni, Renzo Guolo.

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Emiliano Brancaccio

Pericolose analogie tra la situazione di cinquant’anni fa (la guerra dello Yom Kippur) e oggi. Lo sostiene l’economista Emiliano Brancaccio, ospite a Pubblica. «Dobbiamo preoccuparci – racconta – di qualche pericolosa analogia tra le due fasi storiche. Nel senso che la guerra del Kippur del ’73, e la relativa fase di crisi petrolifera e di cosiddetta stagflazione, furono un impulso importante per quella ideologia capitalista della deflazione salariale e delle restrizioni monetarie che venne poi dopo poco tempo incarnata da Thatcher e da Reagan e che oggi chiamiamo neoliberismo». E’ l’ideologia che ha portato a crisi come quella del 2008. Brancaccio torna sulla situazione di oggi: «i venti di guerra di questo tempo (dall’Ucraina al Medio Oriente) – sostiene l’economista – stanno contribuendo a rafforzare un clima inflazionistico e potenzialmente stagnazionistico che sta alimentando un rilancio di quella ideologia, cioè di quella dottrina capitalista votata alla repressione salariale, alla politica degli alti tassi di interesse e all’austerity fiscale (al netto ovviamente della spesa militare)». Emiliano Brancaccio conclude sostenendo che «lo scenario di guerra capitalista tra nazioni che va profilandosi, diventa sempre di più anche scenario – in forme continuamente rinnovate – di guerra tra le classi sociali».

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Maria Enrica Virgillito

Claudia Goldin, economista americana, 77 anni, è il Nobel per l’economia 2023. L’Accademia di Svezia per le scienze le ha assegnato ieri l’importante riconoscimento. E’ la terza donna a riceverlo dal 1969, anno dell’istituzione del premio. Goldin è stata premiata per gli studi sui divari di genere nel mercato del lavoro. «Il premio – racconta a Pubblica l’economista Maria Enrica Virgillito – da una parte è di grande merito, perché riconosce i contributi scientifici di Goldin; dall’altra parte è un premio molto divisivo rispetto all’intera teoria del genere». L’economista della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa spiega che il Nobel affidato a Goldin «non tiene in considerazione una riflessione più propria alle teorie femministe. Si tratta – aggiunge la professoressa Virgillito – di quelle teorie che vedono nel problema del gap occupazionale, della segregazione occupazionale, insieme ad un sistema capitalistico-patriarcale, le vere fondamenta» dei divari. «Inoltre – conclude Virgillito – l’impianto di Goldin è fortemente neoclassico. E’ un impianto che ha dato negli anni grandissimi contributi, sia teorici che empirici. Ma l’attribuzione del premio a Goldin crea una divisione, perché anche altre studiose – come Nancy Folbre negli Usa e Jane Humpries in Gran Bretagna – hanno portato avanzamenti in questa disciplina, anche se a loro il Nobel per l’economia non è stato assegnato».

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Marco Revelli

“La via maestra. Insieme per la Costituzione”. L’opposizione sociale alla destra meloniana scenderà in piazza a Roma sabato 7 ottobre.
Tantissime le associazioni, gruppi, che hanno promosso la mobilitazione, a partire dalla Cgil. In piazza San Giovanni sabato ci saranno Arci e Acli, Anpi e Antigone, Emergency e Forum D&D, Greenpeace e Libera, Legambiente e Libertà&Giustizia, e tanti altri. Cosa significa fare opposizione alla destra in nome della Costituzione? Pratiche di opposizione: in nome dell’alternativa al governo Meloni, come si narrano le politiche, dal fisco alla sanità?
Pubblica oggi ha ospitato Marco Revelli, storico e sociologo (autore con Roberto Bertoni di “Democrazia tradita”, PaperFirst 2023).

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Elena Biaggiotti

L’ultimo femminicidio in ordine di tempo è stato compiuto a Vignola, in provincia di Modena, due giorni fa. Anna Malmusi, 88 anni, è stata uccisa in casa da uno dei suoi figli. Sono 86 le donne uccise dall’inizio dell’anno dalla violenza maschile (di mariti, compagni, oppure ex, padri, figli, amici). L’anno scorso erano stati 123 i femminicidi in Italia. Cambiare la cultura patriarcale che genera la violenza maschile sulle donne è la leva fondamentale per tentare di cancellare il femminicidio dal nostro orizzonte individuale e sociale. La violenza maschile contro le donne è anche quella delle molestie, dei soprusi, degli stereotipi ossessivamente alimentati da quella cultura. In parlamento si sta discutendo di diversi progetti di legge che vanno sotto il titolo del “contrasto della violenza sulle donne”. Quali sono queste norme? In che direzione vanno? Dove bisogna ancora intervenire in un paese come l’Italia? E poi: la sola risposta “normativa” è sufficiente a fermare i femminicidi, la violenza maschile contro le donne? Ospite a Pubblica Elena Biaggiotti, avvocata, vicepresidente di D.i.Re. (Donne in Rete contro la violenza), un’associazione che rappresenta 87 associazioni di donne che gestiscono 106 Centri anti-violenza e 62 Case Rifugio che operano a livello locale in tutta Italia.

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento