Governo, chiuso il contratto tra Di Maio e Salvini. Ma manca ancora la loro firma sotto il testo. I leader di M5S e Lega aprono ora una nuova trattativa sul nome del presidente del consiglio. E il Quirinale aspetta le loro mosse, ponendo vincoli sui rapporti con l’Europa ma rimanendo in silenzio sul rispetto dei diritti.
A Memos ne abbiamo parlato con Roberta Carlini, giornalista e saggista, e Alberto Vannucci, politologo dell’Università di Pisa.
Premier esecutore, contratto di governo, terza repubblica: la trattativa in salita per il governo Di Maio-Salvini arricchisce il lessico della politica. Anche il presidente Mattarella ci mette del suo. In questo caso, il capo dello stato più che il lessico tenta di irrobustire le prassi del Quirinale su poteri di nomina e moral suasion verso le forze politiche (i cosiddetti “paletti”).
A Memos ne abbiamo parlato con il costituzionalista Andrea Pertici dell’università di Pisa.
Il governo Di Maio-Salvini ancora non c’è. I leader del M5S e Lega hanno chiesto oggi a Mattarella più tempo per trattare. Il Quirinale lo ha concesso. Ma Salvini è tentato dal far saltare il tavolo del “contratto di governo”. Irresistibile il richiamo di Berlusconi oppure irraggiungibile un’intesa con il M5S? Di Maio oggi si è mostrato sereno e fiducioso verso un accordo, Salvini invece no. Ancora una manciata di ore, o al massimo di giorni, per capire come si chiuderà la trattativa. A Memos stasera la politologa Nadia Urbinati.
Quarta lezione del ciclo di incontri sui 70 anni della Costituzione organizzato da Radio Popolare e Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto”, insieme all’Anpi di Milano. “Costituzione, spartiacque della nostra storia” è stato il titolo della lezione tenuta da Gherardo Colombo, ex magistrato, scrittore, presidente della casa editrice Garzanti. In oltre 30 anni passati in magistratura, Colombo ha seguito alcune delle principali inchieste della storia giudiziaria italiana: dai fondi neri dell’Iri a Mani Pulite, dall’omicidio Ambrosoli ai processi Imi-Sir/Lodo Mondadori, alla scoperta della P2. Dal 2007, da quando ha lasciato la magistratura, Colombo ha intensificato la sua attività di “educatore” alla cittadinanza attraverso centinaia di incontri nelle scuole con gli studenti di tutta Italia. E’ autore di diversi saggi dedicati alla cultura della legalità, alla Costituzione, alla sua esperienza di giudice. “Democrazia” (Bollati Boringhieri, 2018) è il titolo del suo ultimo libro.
40 anni fa l’omicidio di Peppino Impastato voluto da cosa nostra. Peppino era un attivista politico di Democrazia proletaria, cronista antimafioso attraverso la sua Radio Aut, demolitore della cultura mafiosa e dei suoi falsi miti attraverso la satira. Aveva trent’anni quando è stato ucciso dai sicari del boss Gaetano Badalamenti, condannato poi nel 2002.
Memos ha ospitato Umberto Santino, presidente e fondatore del Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato” di Palermo. Santino, insieme alla famiglia di Peppino (la madre Felicia e il fratello Giovanni), è stato tra i protagonisti delle denunce che hanno svelato i depistaggi sull’omicidio Impastato. Depistaggi, compiuti da pezzi della magistratura e dei carabinieri, che erano iniziati subito dopo la morte di Peppino per oscurare le responsabilità mafiose. Il Centro Siciliano di Documentazione è un centro di ricerca sulla mafia, e un archivio di materiali e documenti, fondato nel 1977 da Umberto Santino e Anna Puglisi.
Moro, 40 anni dopo l’uccisione dello statista democristiano da parte delle brigate rosse. “Un trauma con un’elaborazione mancata”, racconta a Memos lo storico Miguel Gotor, ex senatore, già componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro. Gotor è autore di un libro sugli scritti dello statista democristiano durante la prigionia che s’intitola “Memoriale della Repubblica” (Einaudi, 2011). Ospite anche Francesco Grignetti, giornalista della Stampa, saggista. Grignetti ha ricostruito, attraverso vecchie e nuove fonti, i giorni della trattativa per salvare Moro. “Salvate Aldo Moro. La trattativa e la pista internazionale” (Melampo, 2018).
Un governo “neutrale, di servizio” fino a dicembre per dare ancora tempo ai partiti. Se non troveranno un accordo politico e una maggioranza, allora si tornerà alle urne. Il capo dello stato ha offerto alle forze politiche anche un piano B: se il “governo neutrale” non otterrà la fiducia, le elezioni anticipate arriveranno tra l’estate e l’autunno prossimi. E’ l’ipotesi sfavorita da Mattarella.
A Memos ne abbiamo parlato con il politologo Piero Ignazi e Ida Dominijanni, giornalista di Internazionale.
Il governo che non c’è, le consultazioni di Mattarella che riprendono, le elezioni che incombono come estrema soluzione alla crisi politica.
Memos ne ha parlato oggi con il politologo Carlo Galli a conclusione di una giornata che ha certificato che la guida del Pd è di fatto ancora nelle mani di Renzi. La direzione del Pd di oggi si è conclusa con la votazione all’unanimità della relazione del reggente Martina che chiude ogni ipotesi di dialogo con il M5S.
Gli effetti diseguali della crisi in Europa, anche tra i più poveri. Gli ultimi dati Eurostat, riferiti ai redditi 2016: in Italia i redditi del 10% più povero hanno subito un forte calo mentre in Germania e Francia sono diminuiti meno o sono rimasti stabili.
A Memos ne abbiamo parlato con l’economista Massimo Baldini dell’Università di Modena che ha analizzato i dati dell’istituto statistico europeo. Ospite della puntata anche Elena Granaglia, economista dell’università di Roma Tre, che ci ha raccontato del Forum Disuguaglianze Diversità, nato due mesi fa a Roma da un’idea della Fondazione Basso.
Terza lezione del ciclo di incontri sui settant’anni della Costituzione organizzato da Radio Popolare e Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto”, insieme all’Anpi di Milano. “Costituzione, garanzia di democrazia nel contrasto ai poteri criminali e al terrorismo” è stato il titolo della lezione tenuta da Armando Spataro, procuratore capo della Repubblica di Torino. Spataro ha seguito nel corso della sua carriera inchieste importanti sul terrorismo rosso, su mafia e ‘ndragheta e sul terrorismo internazionale. Ha fatto parte del Csm tra il 1998 e il 2002, è stato dirigente nazionale dell’Anm. E’ autore di “Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa” (Laterza, 2011).