Memorie dell’antimafia

Memorie dell’antimafia: dall’esperienza della Commissione parlamentare presieduta da Rosy Bindi, alla fatica di leggere le “mafie che sparano” in Puglia, al lavoro di “(r)esistenza anticamorra” di Scampia.

A Memos ne abbiamo parlato con Davide Mattiello, deputato Pd e membro della commissione antimafia che ha concluso i suoi lavori di fine legislatura un mese fa. Ospite della puntata di oggi anche Francesca Rispoli, di Libera Puglia che sta organizzando la manifestazione principale della Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti delle mafie. Il prossimo 21 marzo sarà Foggia ad ospitare l’evento centrale di una giornata che vedrà mobilitate decine di piazza in giro per l’Italia.

Conclude la puntata Ciro Corona, presidente dell’Associazione Resistenza Anticamorra di Scampia che lavora con i minori a rischio, detenuti e migranti del quartiere napoletano. Corona ha raccontato la storia, sua e della sua associazione, in un libro “(R)esistere a Scampia. Da terra di camorra a terra di speranza” (Edizioni San Paolo, 2018).

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Moro, attentato alla repubblica

Quarant’anni fa la strage di via Fani. Il 16 marzo del 1978 un commando delle brigate rosse rapisce Aldo Moro e uccide i cinque agenti della scorta: i due carabinieri a bordo dell’auto del presidente della Dc, Oreste Leonardi e Domenico Ricci, e i tre poliziotti che viaggiavano sull’auto di scorta, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi.

55 giorni dopo Aldo Moro verrà fatto ritrovare cadavere in quella Renault 4 rossa in via Caetani a Roma. Tre mesi fa la Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro ha concluso i suoi lavori. Nella vicenda Moro – è scritto nella relazione finale – «non si intravvede una regia unica. Emerge come si sia innestata sull’operazione militare delle Br l’azione di una pluralità di soggetti che, per ragioni diverse, influirono sulla gestione e tragica conclusione della vicenda».

Delle conclusioni della commissione d’inchiesta, delle verità che ancora mancano, abbiamo parlato con Miguel Gotor, membro della commissione parlamentare e storico che ha studiato a lungo le carte e i documenti del caso Moro. Ospite a Memos anche Franco Monaco, parlamentare cattolico democratico, tra i fondatori dell’Ulivo insieme a Prodi.

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L’Italia divisa nel voto del 4 marzo

L’Italia divisa nel voto, tra nord alla Lega e sud al M5S. Ma cosa c’è oltre il dualismo elettorale del 4 marzo? Un’Italia “unificata” nel disagio sociale, nelle disuguaglianze economiche, nella forbice giovani/vecchi che si allarga anche quando si rischia di cadere nella povertà. A Memos lo storico Luca Alessandrini dell’Istituto “Ferruccio Parri” di Bologna e l’economista Gianfranco Viesti dell’università di Bari.

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L’Internazionale sovranista e razzista

Lo spettro della destra estrema, razzista e sovranista, si consolida in Europa. La vittoria della Lega in Italia è solo l’ultimo tassello. Il consenso per i partiti nazionalisti e neofascisti in Europa potrebbe presto scavalcare quello per le forze politiche di ispirazione democratica e socialista, secondo alcune stime fatte sulla base di sondaggi e risultati elettorali. A Memos ne abbiamo parlato oggi con Andrea Mammone, storico dell’Europa e studioso dell’estrema destra alla Royal Holloway University di Londra.

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Pd, il verso sbagliato di Renzi e la sconfitta

Il Pd ricambia verso, dopo la sconfitta del 4 marzo? Opposizione o governo? E poi, per il nuovo segretario, primarie o voto dell’Assemblea nazionale? Oggi alla direzione del Pd sono andate in scena le dimissioni di Renzi: assente però l’ex segretario, anche se la sua presenza è ancora forte nel partito. Ospite a Memos la nostra Anna Bredice che ha seguito i lavori della direzione di oggi e il politologo dell’università di Bologna Piero Ignazi.

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Il voto e le donne

Meno donne nel prossimo parlamento. Il conto non è ancora definitivo, ma saranno circa il 25%. Al di sotto dal 30-32% della scorsa legislatura. Ne abbiamo parlato con la politologa Donatella Campus e la giornalista Ida Dominijanni. Insieme a loro l’analisi delle leadership maschili, tra affermazione (Di Maio e Salvini) e declino (Renzi e Berlusconi). E poi i commenti di Campus e Dominijanni sull’esito complessivo del voto del 4 marzo, muovendosi tra confini politici (destra e sinistra) e territoriali (nord e sud).

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Terza Repubblica, il sogno dei vincitori e l’incubo degli sconfitti

I desiderata dell’autoproclamata Terza Repubblica: il voto degli elettori del 4 marzo è solo post-ideologico; il concetto di destra e sinistra è ormai superato. Firmato: Luigi Di Maio, capo politico del M5S. E’ tutto scritto in una lettera pubblicata oggi da Repubblica in cui Di Maio annuncia che con il voto di domenica scorsa è iniziata la “Repubblica dei cittadini”. Che cosa significa nel DiMaioPensiero voto post-ideologico? E il superamento dei concetti di destra e sinistra? Ne abbiamo parlato con Nadia Urbinati, politologa che insegna alla Columbia University di New York e all’università Bocconi.

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“L’audacia perduta della sinistra”

La sinistra e l’audacia perduta della politica. La campagna elettorale e il vento di destra che porta razzismo e chiusura. L’ospite di Memos è stato oggi lo storico della filosofia Michele Ciliberto, della Scuola Normale Superiore di Pisa, uno dei massimi studiosi dell’umanesimo e del rinascimento.

«A sinistra – dice il professor Ciliberto – la politica deve essere più audace e “pazza”. Pazza nel senso positivo di una saggia pazzia, come intendeva Niccolò Machiavelli». Michele Ciliberto, accademico dei Lincei e presidente dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, è autore di “Il Nuovo Umanesimo” (Laterza, 2017).

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Questione meridionale, il silenzio della politica

La questione meridionale sotto il tappeto della campagna elettorale. Il vecchio dualismo nord-sud e il nuovo dualismo tra lavori e livelli di istruzione. Dalla crisi del 2008 l’Italia non uscirà con il lavoro precario e l’impoverimento dell’università. A Memos l’economista dell’università di Bari Gianfranco Viesti, autore di “La laurea negata” (Laterza, 2018).

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Europa e sinistre nella crisi

Perchè da quest’ultima stagione di elezioni (in Olanda, Irlanda, Francia, Gran Bretagna, Germania e Austria) le sinistre non sono uscite vincitrici?

Vedremo cosa accadrà in Italia il prossimo 4 marzo, ma finora una buona parte dell’Europa è segnata da governi centristi (Francia), conservatori (Gran Bretagna e Spagna) o di una destra autoritaria (dalla Polonia all’Austria passando per l’Ungheria). Solo in Portogallo e Grecia ci sono governi di sinistra. Ospiti a Memos l’economista Marta Fana e lo scrittore e attivista politico Lorenzo Marsili.

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